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DINO SARTI 
L'ULTIMO CHANSONNIER

Dino Sarti, cantautore, showman e chansonnier o meglio l'ultimo chansonnier come è scritto sulla sua lapide, titolo che gli deriva dall'aver adattato in bolognese molte canzoni dei più grandi chansonniers francesi come Gilbert Becaud e Charles Aznavour e il belga Jaque Brel, lavorava alla Weber carburatori e intanto studiava canto con la Maestra Alda Scaglioni , la stessa di Gianni Morandi e altri giovinotti emergenti )e negli anni '50 incise dei 45 giri con Etichetta Italfon, distribuiti dalla Rinascente come gadget pubblicitari interpretando le canzoni lanciate dai big di allora soprattutto da SanRemo, con lo pseudonimo Dean Taylor! Formò una sua band con cui girò per il mondo, andò anche in Persia dove arrivò a ballare con Farah Diba, la consorte dello Scià Reza Palevi.

Dopo alcuni anni di ostracismo dalla Rai per il suo incedere smaccatamente petroniano fu incoraggiato dal maestro Pino Calvi a scrivere canzoni in dialetto, il suo primo album fu un grande successo che continuò con gli album successivi tanto che l'allora sindaco di Bologna Renato Zangheri gli propose un concerto nella serata del 14 agosto per i bolognesi rimasti in città, il successo fu enorme : erano 30.000 i presenti! L'evento fu ripetuto per circa 10 anni fino al 1984, tutte con la Piazza strapiena e Dino ha scritto la canzone "Piazza Maggiore, 14 agosto" forse la sua canzone più iconica.

Dino ha sdoganato il dialetto bolognese in quanto era usato spesso come slang molto colorito, con doppi sensi, a volte ridanciano, a volte da caserma, da osteria o da barzelletta e ne ha cambiato i canoni. Lui ha cantato i personaggi di Bologna : Spomèti dla Curtisa , il ballerino impomatato tombeur de famme che vede il suo mondo tristemente dileguarsi, Spanezz , il contaballe per eccellenza, il Capitan Fracassa felsineo, Biasanot, il nottambulo che tira al mattino, figure con una vena di caricatura ma con un fondo di rimpianto e malinconia. Ha poi cantato dell'amore come in "Tu quando torni" il lamento di un uomo lasciato dalla sua donna, "Che redder" in cui il protagonista vede che il suo grande amore giovanile è diventata una prostituta, o il tenerissimo e timidissimo innamorato che non sa che dire alla sua bella e se ne esce con " mo tò è piovuto" e la canzone dedicata ai musicisti che sottolinea quanto possa essere grama e frustrante la vita di un pianista di piano-bar perché "l'è dura l'aranga musizesta" o ancora la lettera del carcerato che scrive a Marì con tanta commozione e ancora il suo amore per la sua Via San Carlo cui si rivolge come a una persona e infine l'inno per il suo Bologna "Bologna Campione".

«Le canzoni di Dino Sarti - aveva detto di lui Enzo Biagi - hanno il sapore del pane all'olio e rispecchiano il carattere della mia gente...».

Dino negli ultimi anni è stato lasciato solo ed è morto a Bentivoglio con pochi amici a dargli conforto come Andrea Mingardi o Gianni Morandi, malato solo e in bolletta. Le sue spoglie rischiavano l'ossario comune per fine interramento in quanto senza alcun parente, l'Associazione Dino Sarti, di cui io mi fregio di essere il Presidente è riuscita a procurare loculo e lapide nel cimitero di Monte San Giovanni di Monte San Pietro ove riposa in pace accanto alla moglie Angelika, morta prima di lui.

DEAN TAYLOR

Negli anni '50 Dino Sarti incise per la Rinascente una serie di canzoni già interpretate da cantanti famosi, che venivano proposte solo nei punti Rinascente per l'etichetta Italfon ,di proprietà Rinascente, usando lo pseudonimo (traduzione del suo nome) Dean Taylor. I dischi ritrovati sono molto rovinati e  abbiamo cercato di migliorarli con programmi audio appositi, per renderli decenti.

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11 FEBBRAIO 2024

In occasione della commemorazione della sua morte, avvenuta l'11 febbraio 2007 è stata apposta questa targa all'esterno del cimitero di Monte San Giovanni - Bologna dove Dino Sarti dimora finalmente nel loculo predisposto dalla Associazione Dino Sarti.

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